Silvia Rosa

All’interno di questa ricerca spesso a ripetersi e a moltiplicarsi sono delle forme che non sono delle copie di un elemento iniziale, tuttalpiù delle evoluzioni di un oggetto che assume nuove sembianze e narra una storia, ogni volta con un carattere diverso a seconda della forma considerata. Il lavoro è costituito inizialmente da frammenti di oggetti, provenienti da mondi che non comunicano fra di loro e che hanno un’origine diversa; la natura di ognuno di questi elementi viene replicata nelle immediate vicinanze, consentendo la visione di ambientazioni, a tratti artificiali e a tratti paesaggistiche.

Il linguaggio della pittura diventa il mezzo per poter addentrarsi all’interno di una trama molto più profonda, dove il dato reale, il simbolico e l’immaginazione si connettono espandendone i confini, inducendo la mente a sconfinare dal perimetro della rappresentazione e a immaginare un possibile svolgimento della narrazione rappresentata. Il dialogo che intercorre tra la natura dei diversi oggetti e la volontà di smarrire punti di riferimento spaziali genera un senso di disorientamento in cui gli oggetti non acquistano mai una forma fissa e stabile, ma nascono e scompaiono in spazi che segnano il passaggio da un ambiente all’altro. Attrazione e spaesamento, ambiguità e familiarità, reale e immaginario; non persiste più una visione univoca, bensì una visione del possibile in cui più realtà possono sovrapporsi, dove anche i territori più lontani si rincontrano.

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